giovedì 13 ottobre 2011


A GIUNGANO L'ACCADEMIA INTERNAZIONALE DEL FICO
Il fico, conosciuto da tempi remoti, da sempre è stato componente essenziale della solare cultura mediterranea.Nella zona di Acropoli, nel periodo della raccolta, c’erano almeno 400-500 donne che lavoravano a tempo pieno da 3 a 4 mesi, a seconda delle annate. Una volta raccolti, i fichi venivano messi su graticci di ginestre e fatti essiccare al sole per 3-4 giorni, rigirati quotidianamente, operazione questa che andava fatta in coppia, e le coppie potevano rimanere legate anche tutta la vita.

Successivamente le stuoie passavano alla «Passolara», luogo di raccolta e di cernita dei fichi, fatta di tavole di legno di 3-4 metri, e su cui queste si adagiavano. Di notte quando il tempo si metteva al brutto, l’incaricato di turno, suonava un corno detto «tofa» per dare l’allarme, perché si ritirassero i fichi. Oggi, nel Cilento, le varietà più diffuse sono il fico Dottato (90%), il fico Troiano, il fico Melanzana, del fico Colombra ce ne sono solo rari esemplari. Tradizionalmente l’area di produzione del Fico del Cilento si fa coincidere con il territorio del Monte Stella, con parte del bacino dell’Alento, con alcuni comuni della valle del Calore salernitano e la parte collinare del comune di Capaccio. Comuni di Agropoli, Ascea, Casalvelino, Castellabate, Montecorice, Ogliastro cilento, Stella cilento ecc. per la zona dell’Alento e Monte Stella, nonché i comuni di Albanella, Altavilla Silentina, Capaccio, Roccadaspide, Serre ecc. per una sub-area definibile come “Calore –Sele” contigua con la precedente area.

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